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Peer reviews of DAC members

L'Italia rimane determinata a raddopiare l'aiuto pubblico allo sviluppo

 

29/09/2004 - Nel 2003 l'aiuto pubblico allo sviluppo italiano (APS) ha registrato un ammontare netto di 2.4 miliardi di dollari ponendo l'Italia al settimo posto dei maggiori donatori mondiali. Tale livello ha rappresentato lo 0.17 % del Prodotto interno lordo (PIL). Nel 2002 a Barcellona l'Italia si è impegnata a raggiungere un rapporto APS/PIL dello 0.33 % entro il 2006, equivalente ad un aumento reale del 113 % (2.7 miliardi di dollari) rispetto all'ammontare attualmente erogato.
L'Esame Paese della cooperazione italiana (Peer Review) effettuato dal Comitato di Aiuto allo Sviluppo dell'OCSE (DAC) ha constato la presenza di diversi ostacoli al raggiungimento di tale obbiettivo. Tra questi spicano le attuali pressioni per una maggiore austerità di bilancio governativa e l'esaurimento delle rimanenti opportunità di cancellazione del debito ai paesi terzi. Il Comitato ha constatato la determinazione delle Autorità italiane a realizzare gli impegni fissati e le ha esortate a compiere ogni possibile sforzo in questo senso. Tenendo conto dell'attuale preferenza del Governo per il canale bilaterale, e considerando la mancanza riconosciuta di personale bilaterale nonché l'uso limitato di nuove modalità di finanziamento, il DAC ritiene che l'uso del canale multilaterale si reveli necessario per consentire l'attuazione di un così notevole aumento dell'APS.

Nel suo esame il DAC ha espresso il suo apprezzamento per le iniziative internazionali dell'Italia nel campo dello sviluppo. I nuovi impegni hanno incluso l'elevato livello di cancellazione del debito, il ruolo guida nel Fondo Globale per la lotta all'AIDS, la Tubercolosi e la Malaria, l'organizzazione dell'iniziativa sull' e-government di Palermo e del Forum ad alto livello sull'armonizzazione di Roma, così come il ruolo attivo assunto nella ricostruzione dell'Afghanistan e dell'Iraq. Il Comitato ha inoltre apprezzato la continua attenzione italiana verso il continente africano.

Le aspettative suscitate presso la comunità internazionale saranno difficili da raggiungere senza essenziali riforme del settore della cooperazione italiana, come ad esempio quelle annunciate nel precedente esame dei pari del 2000. I progressi compiuti nell'attuazione della riforma sono stati limitati. La  legge del 1987 pone dei limiti alla gestione della cooperazione, fornendo d'altro canto esigui orientamenti strategici. Il Comitato continua a ritenere che un'adeguata riforma legislativa rimanga prioritaria, ma anche che ulteriori azioni attuabili nel presente quadro normativo non possano essere ritardate. Il DAC suggerisce all'Italia di affermare una strategia di cooperazione più chiara, che includa un'azione tesa a rendere le varie politiche di governo più coerenti in una perspettiva di sviluppo. Ciò richiede una visione più chiara della politica ufficiale della cooperazione allo sviluppo basata sul sostegno italiano al raggiungimento degli obiettivi del Millennio, un'allocazione delle risorse in linea con tale visione, e l'assegnazione della cooperazione alla sviluppo ad un livello più politico più elevato (ad esempio attraverso l'istituzione di un Ministro delegato allo sviluppo). Il Comitato ha anche esortato l'Italia a facilitare il dialogo pubblico sulla politica e la strategia a più alto livello, includendo il Parlamento. Il DAC ha espresso apprezzamento per le iniziative prese per allargare il sostegno dell'opinione pubblica e ha inoltre esortato il governo a sviluppare una strategia più ampia in questo senso

Il DAC ha suggerito che l'Italia potrebbe aumentare l'efficienza della cooperazione migliorando la collaborazione e il coordinamento a vari livelli - fra le istituzioni di cooperazione italiane ufficiali e non governative, nonchè fra le sedi centrali e le varie strutture che operano sul campo. A Roma e sul campo, le procedure dovrebbero essere snellite e, una volta decisi, i finanziamenti dovrebbero essere trasferiti in tempi più brevi. Le procedure dovrebbero inoltre essere riesaminate in concomitanza con gli sforzi in corso per conformarsi ai principi di armonizzazione concordati a Roma nel 2003 e facilitare il coordinamento con gli altri donatori. Il Comitato ha esortato l'Italia ad affrontare la questione del suo personale di cooperazione, in particolar modo la necessità di aumentarne il numero, di ridurre le rigidità fra le varie categorie professionali e di sviluppare un sistema di carriera basato sul merito che leghi responsabilità ad adeguati incentivi. Per concludere, e in linea con le esperienze di cooperazione nel resto del mondo, il DAC ha invitato l'Italia a impostare un sistema di feedback sulla performance dei suoi programmi di cooperazione, compresa una solida e indipendente unità di valutazione.

L'esame dei pari del DAC sulle politiche e programmi di cooperazione allo sviluppo dell'Italia si è svolto il 28 settembre 2004. La riunione è stata condotta dal Presidente del DAC, il sig. Richard Manning, e la Delegazione italiana era guidata dal Ministro Giuseppe Deodato, Direttore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, Ministero degli Affari Esteri. Gli esaminatori erano la Francia e la Svezia.


Le conclusioni principali e le raccomandazioni del DAC a seguito di questa Peer Review verranno pubblicate sul sito dell'OECD/DAC (www.oecd.org/dac) durante la settimana del 4 Ottobre 2004.


Una scorsa all'APS dell'Italia

 

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